Nuove possibilità dalle biomasse di scarto

Una vera e propria svolta nel campo delle biomasse di scarto sarebbe quella di produrre non soltanto biopetrolio e biocarburante, ma essere in grado di ottenere tutta una serie di nuove produzioni capaci di dare una risposta al contempo sia al settore energetico che a quello alimentare e salutare. Questo tipo di soluzione sarebbe l’ideale soprattutto in quei Paesi dove, più che l’energia, il vero problema rimane ancora la fame.

Il settore nascente in questo campo è quello della cosiddetta nutri-energetica, industria appena nata, ma che si prevede in grado di raggiungere già 250 miliardi di dollari di fatturato entro il 2015.

La sfida è quella di utilizzare tutti i tipi di biomasse di scarto derivate dalle produzioni industriali e agricole per generare non solo biopetrolio, ma vere e proprie nuove ulteriori produzioni di tipo “nutraceutico”, ossia nutrizionale e farmaceutico, nonché in fertilizzanti naturali e in proteine per l’alimentazione. Una vera e propria svolta, come si diceva, che darebbe un impulso inarrestabile allo sviluppo del settore ecocompatibile.

A muoversi non sono soltanto nuove aziende, ma anche multinazionali del settore energetico e delle biomasse. Ed i primi risultati incominciano già a vedersi: dalle biomasse di scarto sono già state realizzate produzioni come basi per cosmetici ed antiparassitari, nutraceutici per integratori dietetici, proteine per alimentazione umana e animale.

Molto importanti in questo senso potrebbero diventare i rifiuti generati da produzioni farmaceutiche, che sembrano poter avere un potenziale profitto maggiore del biodiesel generando ulteriori ingredienti per cibi dietetici e relative bevande, nonché ingredienti per la cura della persona. Prodotti farmaceutici possono essere ottenuti anche grazie a molecole estratte dagli scarti dell’olio d’oliva, delle pere, delle mele e delle pesche, buone per combattere superbatteri immuni agli antibiotici classici.