Biomasse da alghe

Da diversi anni, ormai, l’uomo sta cercando delle fonti di energie alternative al petrolio per varie ragioni: la scarsità di questo elemento in natura nei prossimi 100 anni ai ritmi attuali, la possibilità di ottenere energia in altre modalità a costi competitivi, la necessità di individuare fonti energetiche pulite per il futuro del pianeta.

Molto è stato fatto in questo senso e diverse sono le fonti di energia alternative che stanno prendendo piede. Già da almeno 10 anni sono comuni gli impianti eolici e fotovoltaici, tuttavia sembra che una vera svolta possa essere data dalle biomasse. Si tratta di masse di vario tipo reperibili in natura e che possono generare, con le conoscenze tecniche attuali e messe in particolari condizioni, grandi quantità di energia.

Una tipologia di biomasse che sono attualmente allo studio dei ricercatori e stanno avendo le prime implementazioni sono le biomasse formate da alghe. Le alghe coltivate per biomasse sembrano infatti riuscire a produrre energia 30 volte in più per ettaro rispetto a quanto non riescano a fare il mais o la soia, producendo biopetrolio e biocarburante compatibile con gli attuali motori, ed il tutto in modo sostenibile.

Le alghe vengono poste ad elevatissima concentrazione in vasche di fermentazione e vengono alimentate con zuccheri per essere successivamente decomposte fino ad ottenere biopetrolio da raffinare.

Il processo di produzione inoltre potrà ancora essere perfezionato per ottenere risultati ancora maggiori e poter entrare così nel mercato a un prezzo competitivo, contrastando il dominio del petrolio. Proprio per questo, le ricerche si concentrano attualmente sull’accelerazione del processo di decomposizione delle biomasse delle alghe, che potrebbe portare a produrre un biocarburante con un prezzo davvero competitivo.

Utilizzando i biocarburanti delle alghe diventerebbe anche possibile generare energia elettrica. È appena partita proprio in Italia, a Venezia, la prima centrale elettrica alimentata da biocarburanti, derivati da alghe prodotte in laguna. Un modello ancora sperimentale che, se darà i risultati sperati, potrà poi essere implementato su larga scala fino a dare autosufficienza energetica alla città.