L’eolico galleggiante

Il cosiddetto eolico galleggiante potrebbe rappresentare un passo importante verso la soluzione di due dei dei maggiori problemi che riguardano questa fonte di energia rinnovabile: l’impatto ambientale e l’impatto visivo.

Gli ambientalisti, infatti, si sono trovati spesso sul piede di guerra nei confronti delle turbine eoliche di grandi dimensioni, che hanno il problema non di secondo piano di deturpare i paesaggi naturali e di essere da ostacolo (e a volte letali) per le flotte di uccelli in migrazione.

L’impatto visivo non può effettivamente non denotare degli elementi di valutazione importanti. Le pale eoliche “classiche” sono alte centinaia di metri con eliche altrettanto ampie: lo spettacolo può non piacere, ma l’energia che se ne ricava è a un prezzo molto più basso e soprattutto è ad impatto zero per l’inquinamento atmosferico.

La soluzione, quindi, potrebbe essere proprio l’eolico galleggiante, che permetterebbe di sfruttare i venti che di solito soffiano più intensamente sul mare ed in secondo luogo non sarebbero visibili dalla terraferma. A differenza dei primi impianti offshore che prevedevano la creazione di vere e proprie fondamenta sul suolo marino, l’eolico galleggiante prevede piattaforme flottanti simili a quelle utilizzate per l’estrazione del petrolio, presentano una notevole porzione sommersa proporzionalmente all’altezza delle torri e sono zavorrate con acqua e ancorate al fondo soltanto con alcuni cavi di acciaio (vedere le immagini di esempio) che possono essere lunghi anche qualche chilometro.

Queste piattaforme sono già una realtà, ne è un esempio la turbina di Aguçadoura in Portogallo, capace di generare in sei mesi 1,7GWh superando le stime previste in un primo momento.

Nuovi progetti futuri promettono di rendere l’offshore ancora più conveniente e produttivo. Uno di questi, ad esempio, è costituito dalle “isole dell’energia”: vere e proprie piattaforme marine dal raggio di 600 metri da disporre sull’oceano e alimentate con turbine eoliche e pannelli solari, in più si sfrutterebbe anche l’energia della corrente marina. L’idea è stata presentata al US China GreeTech Summit di Shangai e prevede la costituzione d un vero e proprio arcipelago costituito da queste piattaforme. Ogni isola potrebbe produrre 250Mw sufficienti per alimentare i bisogni energetici di una piccola cittadina.