Economia circolare: cos’è, benefici e come si applica all’energia rinnovabile
- 2 Luglio 2024
- Notizie
- Gerardo
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L’economia circolare rappresenta una rivoluzione nel modo in cui produciamo e consumiamo beni e risorse, puntando a ridurre al minimo gli sprechi e a sfruttare al massimo le materie prime. Questo modello, in netto contrasto con l’economia lineare tradizionale del “prendi, usa e getta”, promuove la riutilizzazione, il riciclaggio e il recupero dei materiali, creando cicli di produzione chiusi che generano valore continuo.
Approfondiamo i principi fondamentali dell’economia circolare, i suoi numerosi benefici ambientali ed economici, e come si integra perfettamente con le energie rinnovabili.
Cos’è l’economia circolare?
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che promuove la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti, estendendone il ciclo di vita.
Questo approccio consente di minimizzare i rifiuti, poiché una volta che un prodotto ha esaurito la sua funzione, i materiali che lo compongono vengono reintrodotti nel ciclo produttivo tramite il riciclo, generando ulteriore valore.
I principi dell’economia circolare si contrappongono al modello economico lineare tradizionale, che segue il percorso “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Questo modello tradizionale si basa sulla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia a basso costo e facilmente reperibili.
Il Parlamento europeo sostiene l’adozione di misure contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, una caratteristica del modello economico lineare, per favorire una transizione verso pratiche più sostenibili.
Quali sono i vantaggi dell’economia circolare?
L’economia circolare rappresenta un modello innovativo di produzione e consumo che offre numerosi vantaggi rispetto al tradizionale modello lineare.
Innanzitutto, adottare pratiche di riutilizzo e riciclaggio dei prodotti può rallentare lo sfruttamento delle risorse naturali, ridurre la distruzione di paesaggi e habitat, e contribuire a preservare la biodiversità. Un altro significativo vantaggio è la riduzione delle emissioni di gas serra. I processi industriali e l’uso dei prodotti sono responsabili di una parte considerevole delle emissioni di gas serra nell’UE, mentre una gestione più efficiente dei rifiuti può contribuire a mitigare questo impatto.
Creare prodotti più efficienti e sostenibili fin dalla fase di progettazione può ridurre il consumo di energia e risorse, poiché oltre l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto è determinato in questa fase. Inoltre, passare a prodotti più duraturi e riparabili può ridurre significativamente la quantità di rifiuti generati. Inoltre, La domanda crescente di materie prime, combinata con la loro scarsità, rende urgente la necessità di un uso più razionale delle risorse. La dipendenza da altri paesi per l’approvvigionamento di materie prime può essere ridotta attraverso pratiche di economia circolare, che possono anche diminuire le emissioni di CO2 associate ai processi di estrazione e utilizzo delle risorse.
La transizione verso un’economia circolare può aumentare la competitività, stimolare l’innovazione, promuovere la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro. Si stima che nell’UE potrebbero essere creati 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030 grazie all’economia circolare.
Economia circolare e rinnovabili: una partnership per il futuro del pianeta
Il settore energetico è uno dei principali protagonisti nella transizione verso l’economia circolare, secondo il Circular Economy Report dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. L’economia circolare rappresenta un approccio industriale innovativo che mira a rivoluzionare l’utilizzo delle risorse, creando sistemi di produzione chiusi in cui le risorse vengono costantemente riutilizzate. Ciò consente di generare più valore per un periodo di tempo più lungo, trasformando il ciclo tradizionale di produzione e consumo.
L’economia circolare implica che le aziende raccolgano risorse dall’ambiente, le trasformino in prodotti e servizi, e poi le recuperino dopo il consumo, creando un ciclo continuo. Questo cambiamento di paradigma è supportato da significative risorse a livello europeo, con 454 miliardi di euro in fondi strutturali e di investimento, oltre a 183 miliardi di cofinanziamenti nazionali, 26 miliardi dal bilancio dell’UE e 7,5 miliardi dalla European Investment Bank per il fondo europeo per gli investimenti strategici. Inoltre, il Recovery Plan della Commissione Europea ha stanziato 900 miliardi di euro per la transizione ecologica, di cui l’economia circolare è una componente chiave.
In Italia, gli incentivi sono più modesti ma significativi. La Legge di Bilancio 2020 ha destinato 4,24 miliardi di euro per investimenti pubblici nel Green New Deal, inclusi interventi di economia circolare. Inoltre, il MISE ha avviato finanziamenti per 157 milioni di euro in prestiti agevolati e 62,8 milioni in contributi per la riconversione delle attività produttive verso un modello circolare.
Indipendentemente dalla disponibilità di fondi, le utility e gli operatori energetici stanno investendo nell’economia circolare per ridurre l’impatto ambientale, specialmente quello legato all’uso di risorse fossili, ma non solo.