Nuove possibilità di mercato in Italia per le energie rinnovabili

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Le energie rinnovabili hanno ormai assorbito il colpo dovuto alla fine degli incentivi e, anzi, proprio per la fine di questi ultimi ora può cominciare una seconda fase del mercato, che deve prevedere una maggior capacità imprenditoriale e manageriale per far crescere l’intero comparto. È questo in estrema sintesi il pensiero che è venuto fuori dall’incontro tenutosi al Palazzo delle Stelline di Milano, nel “Renewable Energy Summit” voluto da Palma Investimenti e ICE. Al summit hanno partecipato ben quindici grandi aziende del settore, sia italiane che di livello internazionale come Edison, Kinexia e Alerion, oltre che undici fondi di investimento internazionali tra i quali citiamo PwC e Mediocredito Italiano. L’interesse attorno al tema, quindi, è veramente alto anche da parte di possibili investitori stranieri sul territorio italiano.

Durante l’incontro è stato fatto il punto della situazione sul mercato italiano, vedendo meno “nero” rispetto alla crisi degli ultimi due anni e dovuta principalmente alla fine degli incentivi. Se è vero che la crescita è rallentata, è anche vero che continua ad esserci, tanto che oggi in Italia si trovano installati, tra energia eolica e fotovoltaica, impianti che coprono 25 GigaWatt di energia frutto di investimenti per settanta miliardi di euro. E questi stessi GigaWatt possono rendere il doppio della Germania, terra nella quale le rese sono più basse. Per questo l’interesse verso l’Italia si mantiene alto e muta il focus del mercato, non più tanto sull’installazione, quanto sulla gestione imprenditoriale e sulle possibilità future per migliorarsi.

nuovo mercato rinnovabili (1)L’instabilità legislativa ha infatti fatto sì, ad esempio, che venissero realizzati degli impianti soltanto come scopo di accaparramento di incentivi, senza quindi realizzare una vera e propria programmazione adeguata capace di rispondere ad esigenze di lungo termine. L’estrema frammentazione del mercato ha fatto il resto.

Gli obiettivi per una fase più matura del mercato, comunque di grande valore e da valorizzare ulteriormente, sono dunque definiti: riuscire ad attirare capitali da grandi aziende, anche dall’estero, per diminuire drasticamente la frammentazione concorrenziale. Sono troppi i micro impianti e le micro-gestioni che non riescono ad apporre il giusto contributo di professionalità. Fare sistema incentivando le fusioni e le grandi aziende creerebbe senz’altro realtà di maggiori dimensioni capaci di gestire e programmare il futuro nel migliore dei modi.

Un consolidamento che deve passare attraverso mani e menti competenti, come le aziende presenti al summit, per migliorare le possibilità di guadagno in assenza di incentivi, vale a dire su tre punti fondamentali:

–          La già citata riduzione della frammentazione imprenditoriale in favore della capacità gestionale e di programmazione;

–          Miglioramento delle performance degli impianti già esistenti, soprattutto nel settore fotovoltaico, che dovrebbe arrivare tramite processi di ottimizzazioni tecniche in un quadro programmato;

–          Incrementare ulteriormente i finanziamenti nel settore puntando sui vantaggi naturali del territorio italiano, quali ad esempio il differenziale dei tassi di rendimento, che da noi sono attorno al 10-12% mentre nel resto degli Stati europei viaggiano a medie più basse del 6-8%.

Il rafforzamento delle aggregazioni, degli investimenti e del focus tecnico dovrebbe riuscire a creare un mercato secondario delle rinnovabili fondato sul miglioramento e sulla gestione degli impianti e non soltanto sull’installazione. Un nuovo mercato che a detta degli organizzatori potrebbe portare un flusso di 6 o 7 miliardi di euro annui nel settore, con contemporanea crescita e consolidamento.

immagine 1: flickr by Georgia National Guard licenza CC.

immagine 2: flickr by campbelltowncitycouncil licenza CC.