L’Europa discute gli obiettivi delle rinnovabili al 2030

Európa-napi fesztivál a Millenárison.fotó: Európai Bizottság / Végel DánielLa Commissione Europea ha stabilito quelli che dovrebbero essere gli obiettivi da raggiungere per le fonti energetiche rinnovabili entro il 2030.

Un primo tetto è stato deciso: entro il 2030 si dovrà portare almeno al 27% l’energia elettrica derivata da fonti rinnovabili (dal 20% previsto per il 2020) e ridurre del 40% le emissioni di CO2 rispetto a quelli circolanti in atmosfera nel 1990. Ma un fatto piuttosto strano è che se è vero che questa percentuale è stata decisa come vincolante, d’altro canto non è stato fatto alcun accenno “numerico” da ottenere per ciascun Paese dell’Unione. Il presidente della Commissione, Barroso, ha detto che l’assenza di numeri è volta a dare maggior flessibilità ai singoli Paesi su come ottenere questa quota, ma per molti porterà invece al nulla di fatto proprio perché non vi sono dei vincoli numerici verificabili, oltre che al rischio concreto di tante diverse politiche nazionali scoordinate nel campo energetico, proseguendo così la linea attuale.

rinnovabili 2030 2Le aziende di settore poi, in particolar modo eolico e fotovoltaico, non sono soddisfatte di questi paletti e vorrebbero alzare ancora di più l’asticella. Per questo motivo si è tenuto recentemente il “2030 EuropeBusiness” che ha coinvolto quasi un centinaio di aziende e che hanno chiesto a gran voce all’Europa di rivedere questa scelta per spingersi ancora oltre e spostare il 27% ad almeno il 30%. Secondo le aziende che hanno aderito all’iniziativa, infatti, limitarsi al 27% non porterà un grande beneficio, mentre continuare ad investire per raggiungere il 30% comporterebbe maggiore occupazione in Europa nonché porterebbe l’Unione ai massimi livelli sia nel campo energetico che in quello tecnologico. Secondo le stime, la quota del 30% significherebbe oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro e un risparmio di 260 miliardi di euro in combustibili fossili.

rinnovabili 2030 4Ma non basta. Non sono solo le aziende di settore ad essere insoddisfatte della decisione della Commissione Europea, ma anche le organizzazioni in difesa della natura si muovono e chiedono ancora di più. Recentissima è la richiesta di Greenpeace, che nei pressi dell’Eliseo poco prima di un incontro tra ministri francesi e tedeschi ha scaricato qualcosa come cinque tonnellate di carbone. Il motivo? Manifestare per chiedere all’Europa di portare il tetto minimo delle energie rinnovabili al 2030 dal 27 al 45%.

La simbologia è evidente: il carbone è simbolo di un’energia troppo inquinante che è ultimamente tornata in auge anche a causa dei costi del petrolio e che è molto utilizzata in Germania. La richiesta di Greenpeace è di portare al 45% l’energia da fonte rinnovabile riducendo largamente l’utilizzo del carbone (per la Germania) e del nucleare (per la Francia) per un vero e proprio progetto di riprogrammazione energetica.

Si è comunque ottenuto che sugli obiettivi attualmente fissati dalla Commissione europea si discuterà durante un vertice a Bruxelles tra il 20 e il 21 marzo 2014 per verificare la possibilità di incrementare i margini minimi in favore delle rinnovabili.

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