Quinto conto energia terminato: e adesso?
- 27 Luglio 2013
- Fotovoltaico
- Fabio Mele
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Questo mese, luglio 2013, è scaduto definitivamente il quinto ed ultimo programma conto energia, vale a dire quell’insieme di incentivi e tariffe agevolate che erano volte a promuovere il fotovoltaico sul territorio nazionale. Un programma che è stato rivisto in cinque fasi differenti (da qui i cinque “conto energia”) con differenti livelli di incentivi e possibilità di intervento e a volte non poca confusione.
Gli incentivi spropositati dei primi conti energia, infatti, avevano innescato non pochi fenomeni speculativi, per cui si era visto il proliferare indiscriminato di centrali fotovoltaiche anche a discapito di colture (numerosissimi i campi coltivati “convertiti” a fotovoltaico) a causa degli enormi vantaggi che permettevano di rientrare della spesa in soli cinque anni e di guadagnare enormemente anche con i soli incentivi per i successivi 15 anni.
Gli ultimi conti energia sono stati più “equilibrati”, ma comunque capaci di rendere appetibile il fotovoltaico.
Ora, ci si chiede, quale sarà il futuro del fotovoltaico, da questo momento in poi, in assenza di incentivi?
Senza contare che il sistema sviluppato in questi anni, basato sui soli incentivi, non ha permesso di realizzare dei veri e propri piani industriali corali nazionali, tanto che buona parte degli incentivi aziendali sono stati sfruttati da aziende straniere, mentre gli italiani hanno pensato soprattutto a speculare sui primi conti energia.
Rimangono gli sgravi fiscali del 50%, ma soltanto per i privati e soltanto fino al 31 dicembre, mentre le aziende non hanno più nulla su cui poter contare, se non i progressi che nel frattempo la tecnica ha messo in campo. Durante questi anni i costi per la realizzazione di impianti fotovoltaici si sono ridotti sempre di più, sia per quanto riguarda i piccoli impianti privati, sia per le centrali fotovoltaiche destinate a fornire zone più ampie. Uno sviluppo che garantirebbe la possibilità di produrre più energia del necessario durante il giorno, capace di tenere in funzione gli impianti durante la notte caricando le batterie. Una frontiera “pericolosa” per i produttori tradizionali che potrebbero mettere in campo le proprie capacità di lobby e pressioni per provare a fermarne l’ascesa.
Sperare in un sesto conto energia sembra più una prospettiva utopica che realistica.
Intanto, ciò che sarebbe più utile è forse la creazione di un piano di crescita industriale, capace di creare sinergie tra aziende di settore per una crescita corale. Ma questo rinnovo passa anche dalla capacità che il Governo avrà di portare innovazione piuttosto che di favorire quei poteri che non vogliono scendere dalla loro posizione di dominio, portando più danni che benefici al sistema economico ed energetico nazionale.