Energia idroelettrica dal mare

Ad oggi, l’energia idroelettrica rappresenta una buona quota del totale di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, tanto da occupare il 18% di fetta sulla classica “torta” totale. Questa quota, giunta a maturazione già diversi decenni addietro, potrà essere però considerevolmente essere rivista verso l’alto se nuovi sistemi di sfruttamento idroelettrico prenderanno il sopravvento. Da una decina d’anni a questa parte, infatti, gli studi nel settore per sfruttare l’idroelettrico seguendo nuove strade stanno portando ai primi frutti.

In particolare, si fa un gran parlare delle potenzialità offerte direttamente dal mare, sviluppando impianti idroelettrici che possano ricavare energia da differenti fenomeni naturali derivati:

energia idroelettrica dal mare

Si tratta di sistemi complessi che basano la loro ragion d’essere su principi fisici. Ad esempio, per quanto riguarda le onde si potrebbe sfruttare il cosiddetto “principio di concentrazione delle onde”: facendo passare le onde in un canale che diventa via via più piccolo o attraverso speciali rampe, le onde potrebbero raggiungere altezze maggiori e riempire continuamente un bacino artificiale realizzato nel mare, che verrebbe sfruttato tramite turbine esattamente come l’idroelettrico più classico.

Similmente, diventa possibile sfruttare il dislivello generato dalle maree per ricavarne energia idroelettrica. Come sappiamo le maree sono generate dall’influenza dei movimenti gravitazionali lunari sulla superficie terrestre. Prevedendo i dislivelli maggiori in talune aree della Terra, come l’area a nord della Francia, si potrebbero costruire delle centrali idroelettriche “off shore” capaci di sfruttare anche più di dieci metri di dislivello, salvaguardando con appositi sbarramenti anche l’ecosistema locale della flora e delal fauna marina dei dintorni.

Per quest’ultima possibilità evidenziata, sono stati stimati oltre venti punti in cui realizzare gli impianti, con potenziali importanti soprattutto per Francia e Inghilterra.

Questa fonte di energia potrebbe essere sfruttata costantemente grazie al flusso costante dell’energia cinetica dei cicli di marea, a differenza delle onde che possono dipendere dalla forza momentanea del vento, eliminando così anche il problema di dover integrare un impianto di riserva a combustibili fossili.

Il funzionamento delle “turbine di marea” sarebbe simile a quello di un mulino a vento sottomarino azionato dalle correnti e collegate ai generatori per produrre elettricità: ricordiamo che l’acqua è circa ottocento volte più densa dell’aria e dunque queste turbine di marea possono essere molto più piccole delle pale eoliche.

Un prototipo di impianto funzionante è stato già realizzato da Marine Current Turbines, un progetto finanziato dal gruppo Siemens. Il Regno Unito guarda con interesse all’evoluzione del settore, che gli consentirebbe di raggiungere l’obiettivo europeo del 20% di produzione energetica da risorse rinnovabili entro il 2020, attualmente ferma invece sotto il 10%, riguadando un potenziale di 15 milioni di abitazioni e di 16.000 posti lavoro.

Più generalmente, questa nuova importante fonte di produzione potrebbe svolgere un ruolo da protagonista nel futuro delle energie rinnovabili.

Nella mappa qui in basso, possiamo vedere i Paesi che potrebbero trarne maggior beneficio secondo le previsioni di Marine Current Turbines.

mappa idroelettrico maree

Official graphic by Marine Current Turbines