Eolico e Conto Energia
- 30 Luglio 2012
- Eolico
- Fabio Mele
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L’Associazione Nazionale dell’Energia dal Vento (ANEV) non è rimasta molto soddisfatta di quanto decretato dal governo in merito al Quinto Conto Energia approvato recentemente. Secondo l’Associazione, per bocca di quanto dichiarato dal presidente Simone Togni, il rischio è quello di vedere una penalizzazione dell’eolico che porterebbe anche al rischio di perdere oltre trentamila posti di lavoro complessivi già nel breve termine, andando nettamente in contrasto con quanto invece avviene nel resto d’Europa.
Il Decreto infatti prevede delle restrizioni nello sviluppo dell’eolico, assieme a un passaggio troppo rapido dai vecchi ai nuovi incentivi che non permetterebbe agli imprenditori di adeguarsi per tempo alla nuova situazione. Si sottolinea inoltre come siano state ignorate le proposte della stessa Anev che avrebbero consentito di raggiungere gli stessi obiettivi del provvedimento ad un costo totale più basso e senza penalizzare l’industria eolica, che ha avuto un forte tasso di sviluppo negli ultimi vent’anni.
L’Anev fa notare anche come si cerchi di programmare la fonte dell’eolico che invece per sua natura (quella del vento) presenta una buona parte di non programmabilità. L’impressione complessiva che se ne ricava è che il Governo non sia particolarmente interessato allo sviluppo dell’eolico per la riduzione del prezzo finale dell’energia elettrica. Il rischio maggiore allora è quello che molte piccole e medie imprese italiane chiudano e che le grandi imprese abbandonino l’Italia investendo all’estero, con tutta una serie di conseguenze preoccupanti che si possono immaginare: cali occupazionali, maggior dipendenza dall’estero, peggioramento della bilancia commerciale.
Il sistema si dimostra tuttora inefficiente, tanto che in media l’iter con cui sono stati realizzati i grandi impianti ha previsto tempi pari a quattro anni anziché i normali 180 giorni. L’eccessiva burocrazia rischia così di strapazzare anche un settore che potrebbe far molto per rilanciare l’economia del Belpaese. Più ancora che gli incentivi economici, quindi, sarebbe importante provvedere ad una normativa che sia stabile, veloce ed efficiente, cosa che ancora non è e che potrebbe far perdere all’Italia un’importante possibilità di sviluppo dell’economia.
Al 2011, l’eolico italiano ha generato potenza pari a 6.700 MW e, se efficacemente sostenuto, si potrebbe realizzare anche un Gigawatt di energia nel giro di soli dodici mesi.