Il fotovoltaico domestico

Il fotovoltaico ad uso domestico riguarda l’implementazione dei pannelli solari per l’utilizzo dei privati. Solitamente, quindi, si tratta di impianti di piccole dimensioni in grado di sostenere il fabbisogno energetico dell’abitazione, riducendo contemporaneamente i carichi di trasporto sulla rete tradizionale. L’installazione di un impianto domestico è relativamente rapida: in una decina di giorni di lavoro è possibile avere un impianto perfettamente funzionante sul tetto. Inoltre, bisogna tener conto dei vantaggi economici. In Italia, infatti, sono previsti per legge 20 anni di contributi (con il cosiddetto Conto Energia) che possono variare in base al tipo di impianto, alle sue dimensioni e al livello di integrazione architettonica nell’abitazione. Oltre ai contributi, tramite lo Scambio sul Posto è possibile vendere gli eventuali surplus di energia ricavati.

Il fotovoltaico domestico tuttavia non è ancora altamente diffuso e ciò principalmente per un motivo: il costo di produzione (e dunque di acquisto) dell’impianto è ancora piuttosto elevato. Dunque, se è vero che esistono incentivi statali e finanziamenti agevolati da parte delle banche (per cui si prevede di rientrare della spesa ben prima della scadenza dei 20 anni di contributi), è anche vero che il costo rimane comunque sostenuto. Un impianto dalla capacità di 2kWp (la capacità media per sostenere i consumi energetici di una famiglia) si aggira attualmente attorno ai 9000 euro IVA del 10% compresa. Cioè, il costo è di circa 4500 euro per ogni kWp per impianti di buona qualità.

È evidente che la spesa è ancora elevata, per cui, nonostante la certezza del rientro economico, molte famiglie non vogliono o semplicemente non sono in grado di sostenerla. Una soluzione per incentivarlo può essere quella di concedere il tetto in comodato d’uso con altre aziende o, ipoteticamente, anche con lo stesso Comune di appartenenza.