L’impianto fotovoltaico a terra

L’impianto fotovoltaico a terra consente di poter sfruttare tutti quegli spazi inutilizzati oppure quelle zone non redditizie di terreni agricoli per produrre energia pulita e vendere l’energia così prodotta al gestore dell’energia (GSE) usufruendo al contempo degli incentivi del Conto Energia. L’investimento quindi rientra nel giro di pochi anni.

Al momento questo genere di impianti non è particolarmente ben visto dal Governo a causa della sua scarsa integrazione con l’ambiente paesaggistico su cui risultano avere un forte impatto. Ricevono quindi meno incentivi rispetto agli impianti che invece garantiscono anche integrazione architettonica.

È fatto veto agli impianti fotovoltaici a terra di essere realizzati in zone già tutelate dai beni culturali o sottoposte a vincolo paesaggistico.

Un “effetto collaterale” che è stato riscontrato con il fotovoltaico a terra è stato il cosiddetto “fotovoltaico selvaggio”, per cui tantissimi terreni che in realtà potevano essere utilizzati diversamente, sono stati convertiti dai proprietari a semplice suolo per fotovoltaico.

Proprio per evitare queste conseguenze, oggi gli schemi sono più rigidi.

Interessante il caso della regione Toscana che ha realizzato un vero e proprio “vademecum” con tutte le indicazioni necessarie per scegliere le caratteristiche che il territorio deve avere per poter realizzare un impianto fotovoltaico a terra e dunque definirne precisamente la localizzazione.

Secondo la guida, la progettazione di ogni impianto dovrà essere valutata tenendo conto del rapporto tra l’impianto stesso ed i luoghi preesistenti, tenendo conto non solo dei vincoli paesaggistici, ma anche – come dichiarato dalla Regione stessa – “degli aspetti idrogeomorfilogici, degli aspetti di localizzazione, delle condizioni di interferenza nei coni visivi, delle modalità di recinzione, di quelle per i sistemi di sicurezza, delle caratteristiche con cui si dovranno costruire gli impianti, delle infrastrutture inerenti e della viabilità di accesso”. Viene data anche la corretta informazione per poter ripristinare lo stato ottimale originario dei luoghi una volta dismesso un impianto fotovoltaico.

Chi non rispetta i termini della Guida, naturalmente, vedrà diventare inutilizzabile il proprio impianto.

Presumibilmente, quello della Regione Toscana è solo un primo passo verso una serie di guide che saranno realizzate da tutte le Regioni, in modo da prevenire il fotovoltaico selvaggio sul territorio.