Biomasse dedicate

All’interno delle biomasse agricole va fatta una opportuna distinzione tra biomasse residuali e biomasse dedicate.

Le biomasse residuali sono quelle che hanno avuto origine da attività agricole correlate non specificatamente al settore energetico; le biomasse dedicate, invece, sono sempre prodotte in ambito agricolo, ma specificatamente coltivate con l’obiettivo di essere utilizzate a fini energetici. Si tratta principalmente di colture come quelle da legno, amidacee, oleaginose e foraggiere, nonché di piante erbacee da fibra. Ognuna di queste colture viene utilizzata per ottenere energia in modo differente, tanto che possiamo distinguere tre categorie principali:

le colture foraggiere per ottenere biogas; le colture da legno e cellulosa per la generazione di massa vegetale secca che sarà utilizzata nelle centrali termoelettriche; le colture amidacee e oleaginose per la realizzazione di biocombustibili, come il biodiesel e il bietanolo.

Queste colture vengono implementate con obiettivi diversi, non per ottenere alimentari, ma per produrre energia: dunque a differenza delle prime saranno impiegate cercando di massimizzarne le possibilità energetiche.

C’è da sottolineare, comunque, come il costo dell’energia da biomassa sia ancora piuttosto alto. La strada da perseguire però è questa, dal momento che anche il “vecchio” petrolio è ormai molto costoso. Allo stesso tempo, bisognerà cercare di investire le energie in agricoltura nel modo ottimale, e non, come è stato fatto fino ad oggi, con uno spreco energetico non di poco conto: i tempi sono cambiati ed i costi sono cresciuti, sprecare risorse non è più concesso.