Vendita di case energivore: quanto è difficile riuscirci in tempi rapidi?

Negli ultimi mesi del 2021 si è a lungo vociferato sulla possibilità, all’interno degli Stati dell’UE, di vietare dal 2030 la commercializzazione degli appartamenti fuori norma.

Parliamo in questo caso dei cosiddetti edifici energivori, ossia abitazioni caratterizzate da:

  • elevate dispersioni termiche verso l’esterno;
  • consumo energetico di gran lunga superiore rispetto a edifici che si trovano nelle classi energetiche più elevate (gli energivori sono sostanzialmente abitazioni nelle ultime due classi, la F e la G, i migliori sono attualmente posti in classe A4).

Nonostante il tutto sia rimasto nel novero della semplice proposta, questo può risultare un ottimo spunto di riflessione, soprattutto per molti possessori di case con elevati livelli di dispersione termica e consumo energetico.

La problematica

Qualora si avesse la necessità di vendere l’abitazione, quanto potrebbe essere sensato proporre al mercato una casa che consuma molto di più (e quindi ci fa spendere in bolletta energetica) rispetto a edifici situati nella stessa città e con ottimale livello di efficientamento energetico?

Chi vorrebbe mai spendere per andare ad abitare dove, oltre a pagare di più, non riesce nemmeno a garantirsi un soddisfacente livello di benessere termico?

Nessuno di noi ci tiene a battere i denti o sudare in casa propria!

Il ricorso continuo ai sistemi di riscaldamento e condizionamento resta l’unica arma immediata (ma dispendiosa) per stare meglio sul momento.

Ma se la casa soffre di elevate dispersioni termiche, basterà spengere riscaldamenti e condizionatori anche solo pochi minuti per notare un drastico ritorno a condizioni termiche insoddisfacenti.

Confronto in bolletta tra edifici efficienti ed energivori

bolletta tra edifici efficienti ed energivori

Per farvi vedere quanto impari sia il confronto tra un edificio energivoro (casa in classe G) e uno posto in primissima classe energetica (la A4), è sufficiente paragonare indicativamente i livelli di spesa in bolletta.

Poniamo l’esempio di avere un appartamento risalente agli anni ‘70-‘80, confrontato con un edificio di nuova costruzione e ottimizzato sul piano energetico.

L’energia che serve a soddisfare il fabbisogno energetico di un edificio in classe A4 è ritenuta inferiore a 40 Kwh/mq, mentre un’abitazione energivora in ultima classe necessita di un fabbisogno superiore a 368 Kwh/mq.

Cosa vuol dire questo?

Semplicemente che per riscaldare una casa in classe G si necessiterà di un consumo energetico superiore di quasi 10 volte rispetto a una casa in classe A4!

Lavorare sull’efficientamento energetico di casa

Con questo non vogliamo dire che bisogna portare un edificio dall’ultima alla prima classe energetica.

Solitamente questi edifici energivori sono datati, e i piani di costruzione dell’epoca non tenevano minimamente conto della necessità di garantire ottimali consumi energetici o minimizzare le dispersioni termiche. Portarli al livello dei nuovi edifici è pressochè impossibile, ma si può comunque fare numerose migliorie per salire anche di 2-3 livelli di classe energetica.

Se avete la necessità di vendere il vostro edificio che, attualmente, si trova in ultima o penultima classe, non ci si può aspettare di spuntare un ottimo prezzo di vendita e avere numerose offerte sul tavolo, considerando quanto importante e sentito sia la tematica dei consumi energetici, soprattutto negli ultimi anni.

La soluzione?

Non esiste un’unica strada, prendere atto della situazione è già un primo passo, che dovrà necessariamente portare ai correttivi necessari.

Investire in interventi utili di isolamento termico, come afferma Federico Calvanelli di CoibentareCasa.it, resta la strada maestra.

Il tema dell’isolamento degli edifici è diventato di stretta attualità negli ultimi 2 anni. Chi desidera vendere un edificio posto in ultima classe energetica sa bene che non è possibile spuntare un prezzo di vendita soddisfacente; troppa è la concorrenza di case anche solo in classe energetica leggermente superiore.

Il rischio è quello di incorrere anche in tempistiche molto lunghe per portare la vendita a buon fine

Questo però non deve spaventarci. Investire in interventi che garantiscano un miglioramento sensibile del livello di isolamento termico è un passaggio fondamentale, che deve essere però portato a compimento con l’aiuto di ditte serie e realmente competenti. Non puntate mai sul fai da te o su interventi casuali, fate sempre in modo che venga redatto un completo PROGETTO ENERGETICO PREVENTIVO, così da definire i punti sensibili della casa che necessitano di essere isolati termicamente, e la tipologia di interventi migliore. Sulla base di quello si vedrà anche se vi è la possibilità di accedere ai noti bonus fiscali”.

Proponendo sul mercato una casa con buone prestazioni energetiche si potrà avere una miglior attrattività sul mercato, dato che nessuno vorrà spendere per una casa dove si vive male e si spende molto in bolletta!”.

Conclusioni

Indipendentemente da ciò che verrà deciso negli anni a venire sul tema delle vendite di edifici energivori, sia a livello nazionale che europeo, è necessario valorizzare l’edificio nel quale viviamo sotto tutti i punti di vista.

Quello energetico risulta essere fondamentale, considerando anche i recenti aumenti sulla spesa energetica.

Riuscire a minimizzare gli sprechi e rendere la casa più accogliente dal punto di vista termico non sarà la soluzione definitiva ai nostri problemi di economia domestica, ma ci eviterà quanto mai di buttare letteralmente soldi al vento, in un periodo dove questo davvero non è necessario.